Taylor Swift, l’album che non ti aspetti

“Folklore” è il disco della cantautrice americana realizzato durante il lockdown e uscito a sorpresa.

Mentre nella nostra piccola Italia stiamo passando i giorni chiedendoci quale sia il migliore tra i nostri (spesso intercambiabili) tormentoni estivi, negli Stati Uniti la situazione drammatica del Covid19 ha scardinato anche le regole del business musicale.
Capita cosi che la bestseller di un pop spesso plastificato come Taylor Swift ritorni a sorpresa con un album decisamente più intimo e riflessivo.
“Molte delle cose che avevo previsto di fare quest’estate non si sono avverate, ma c’è qualcosa che non avevo programmato e che è invece successa”, cosi scrive la cantante su Instagram, confermandoci quanto questo periodo storico stia cambiando l’approccio di molti artisti che oggi privilegiano l’istinto alla strategia, l’urgenza alla programmazione.
Proprio questa urgenza ha generato “Folklore’, ottavo capitolo di una carriera che per Taylor era cominciata all’insegna del country, continuata con tanto zuccheroso pop d’alta classifica e ora arrivata ad una sorprendente fase legata al folk alternativo.
Il cantautore Bon Iver e i gemelli Dessner dei The National sono tra le collaborazioni più significative per un progetto che rimane pop nella forma ma si colora di un intimità e una profondità prima impensabili.
Basta ascoltare pezzi come “Insivible strings”, “August” ed “Epiphany” per apprezzarne la delicatezza d’altri tempi in un’epoca dove spesso si inseguono la visualizzazione e lo streaming facile (ed anche lei ne sa qualcosa).
Il video del primo singolo “Cardigan” è fortemente simbolico: quando accarezza i tasti del pianoforte, Taylor viene trasportata in un mondo fantastico dominato dalla natura selvaggia e da cascate vertiginose, come a sottolineare quanto la passione per la musica rimanga per lei fondamentale, nonostante debba fare i conti coi numeri e gli obblighi del business.
“Folklore” ci riporta a questo, ad un’artista che torna a fare un disco solo per il piacere di farlo, piaccia o meno.
Non sappiamo se questa sia una parentesi o l’inizio di una nuova fase, ma è comunque apprezzabile.