La musica di Maurizio Solieri

Il nuovo album “Resurrection” continua il percorso solista del chitarrista per tanti anni legato a Vasco Rossi e alla Steve Rogers Band.
E’ uscita anche “Questa sera rock‘ n’ roll. La mia vita tra un assolo e un sogno”, la versione aggiornata della sua autobiografia.

I grandi chitarristi a livello mondiale si dividono in due categorie: quelli tecnici, funambolici, innovatori ma spesso autoriferiti e quelli che hanno come obiettivo essere al servizio delle canzoni, con attenzione al feeling e al senso melodico più che alla tecnica fine a se stessa.
Maurizio Solieri appartiene senza dubbio alla seconda categoria, con una vita passata assieme a Vasco Rossi e per anni con la Steve Rogers Band, chitarrista e autore di brani come “Canzone”, “Dormi, dormi”, “C’è chi dice no”, “Lo show”, da tempo titolare di un progetto solista aperto a tante collaborazioni, sia in tour come “La notte delle chitarre” a quelli della Solieri Gang e delle Custodie Cautelari, oltre ad album come “Volume One” (2010) e “Dentro e fuori dal rock and roll” (2018).

“Questa sera Rock’N’Roll. La mia vita tra un assolo e un sogno” (uscita per Volo/Libero Edizioni) è la versione aggiornata della sua autobiografia, scritta con il giornalista Massimo Poggini, corredata di foto inedite e piena di divertenti aneddoti e racconti.
“Resurrection” riassume in 10 tracce il mondo musicale di Solieri, tra hard rock, ballate, pop cabaret e un modo di intendere e comporre la musica ispirato, per fare qualche esempio, a Beatles, Rolling Stones ed Eric Clapton, artisti storici e senza tempo.
Non a caso ad aprire il disco è “Rock’n’roll heaven”, nato come omaggio a Eddie Van Halen, dove si immagina un ipotetico Paradiso, dove diversi musicisti scomparsi come David Bowie, Chuck Berry, Amy Winehouse, parlano, ridono, bevono, suonano e si inseguono scherzando.
La voce di Michele Luppi (tastierista dei Whitesnake e da tempo collaboratore di Solieri) trionfa nell’aggressiva “Resurrection” mentre “I didn’t Know” usa al meglio la lezione dei Led Zeppelin in forma di ballata.
“Jimmy”, cantata da Solieri come la successiva e oscura “While The Lights Go Down”, è una storia di emarginazione e speranza che in musica si traduce nella strofa in un chiaro omaggio ai Dire Straits e in un ritornello aperto e arioso.
In “Lacrime e sangue” ritorna il mid tempo del rock italiano alla Steve Rogers Band, l’emozione arriva diretta, grazie anche grazie alla voce di Lorenzo Campani, che ritroviamo anche in “Sei già qui”, altro bel momento che strizza l’occhio al pop rock che sarebbe piaciuto anche al compianto e mai dimenticato Massimo Riva.
In “Checkin’ Out Your Throne” e nella strumentale “Renaissance” si respira aria internazionale e dei classici rock senza tempo, una menzione a parte la merita invece il primo singolo “Tommy”.

La voce è quella di Lorenzo Campani, il brano che Solieri ha il sapore di Queen in versione cabaret, il testo narra di uno strano personaggio che “veste solo in stile glam, mangia come un facocero, ma non ingrassa mai..”

“Resurrection” è stato registrato agli studi Gadda di Bologna. Con lui è anche presente il figlio Eric Solieri alla batteria, insieme ai già citati Michele Luppi e Lorenzo Campani, per un album non “da chitarrista”, ma semplicemente un disco di canzoni nella migliore tradizione di Solieri e una felice sintesi delle sue influenze musicali.