Ennio Morricone, il suono delle immagini

Sono inestimabili il tesoro e l’eredità lasciati da un compositore di fama mondiale che ha lasciato la sua impronta indelelebile nel mondo del pop e delle colonne sonore.

Orgoglio italiano nel mondo, Ennio non era solo un compositore in ambito cinematografico. non era solamente un arrangiatore, non era nemmeno solo un direttore d’orchestra.
Il Maestro era noto in tutto il mondo per il suo senso della melodia, dell’atmosfera, per la qualità di dare un suono, una cartolina emotiva ad una storia, una sceneggiatura, una serie di situazioni e immagini che necessitavano di un racconto musicale che li accompagnasse.
Che fosse un film o una canzone alla quale mancava quel “quid” all’essere memorabile, Morricone era colui che spesso trasformava in magia quello per molti è un mestiere, un esercizio di stile.
Diplomato al conservatorio Santa Cecilia di Roma, Morricone nonostante la sua fama mondiale non è mai sembrato un cervello in fuga, il suo contributo è stato importante in gran parte all’interno dei nostri confini nazionali.
Pensiamo ad esempio a come giovane arrangiatore della RCA abbia contribuito in maniera decisiva a creare il suono pop degli anni ’60 con i suoi arrangiamenti e orchestrazioni, cosa sarebbe ad esempio “Sapore di sale” senza quegli archi meravigliosi, cosa dire di “Se telefonando” o dei successi balneari di Edoardo Vianello.
Anche la televisione in bianco e nero di quegli anni beneficiò delle sue collaborazioni con Kramer e Lelio Luttazzi, gli stacchetti, le sigle, la parte musicali dei balletti portavano spesso la sua firma.
Lontano apparentemente dalla musica “colta”, Morricone ha sempre usato gli strumenti e le armonie dando un senso al concetto di “immortale” di “fuori dal tempo”, dato dall’unico parametro che tutti abbiamo per giudicare, quello delle emozioni.
Il suo passaggio al cinema è stato decisivo per la sua fama mondiale, le sue collaborazioni con Sergio Leone, Sergio Corbucci, Duccio Tessari nell’ambito “spaghetti western” e poi come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino l’hanno portato in ogni angolo del globo.
Ennio ha dovuto attendere il 2007 per il suo primo meritato Premio Oscar, in questo caso già onorario e alla carriera, seguito dal secondo nel 2016 per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, ma i suoi 70 milioni di dischi venduti nel mondo già parlavano chiaro, soprattutto per un genere non canonicamente pop come quello delle colonne sonore.
Inutile elencare le sue numerose e fortunate opere, piuttosto c’è da definire quello che Morricone faceva, dare un suono alle immagini, il lavoro contrario se vogliamo di quello che fanno i videoclip musicali che invece aggiungono, in maniera più o meno originale o didascalica, l’aspetto visivo ad una canzone.
La sua musica continuerà, ne siamo sicuri, ad accompagnarci per sempre, come un suono fuori da ogni epoca, da ogni tempo.