*CLASSICO* Fiorella Mannoia “Il cielo d’Irlanda” – 1992 –

Ospitiamo Fiorella Mannoia, una delle interpreti più apprezzate di casa nostra. La sua evoluzione degli ultimi anni l’ha portata ad essere qualcosa di più della cantante di grande classe, della interprete preferita dai nostri autori più importanti.
Fiorella ha saputo stupirci sia a livello musicale con influenze diverse e autori sempre nuovi sia nel suo modo di porsi sempre più in prima linea per quanto riguarda le sue opinioni politiche e le azioni rivolte al sociale e alla beneficenza.
Fiorella Mannoia ha debuttato nel lontano 1968 al Festival di Castrocaro ma ha raggiunto il successo solo nei primi anni 80, il primo nome importante al quale è stata artisticamente legata è Pierangelo Bertoli, molti hanno conosciuto la sua voce grazie a “Pescatore” del 1980 dove duetta col cantautore di Sassuolo.
Altra figura importante per la sua carriera è Mario Lavezzi, autore e produttore dei suoi album fino al 1987, anno della sua storica partecipazione a Sanremo con “Quello che le donne non dicono”, canzone di Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone che diventerà il suo brano più popolare e che le permette di inugurare il bis di premi della critica continuato l’anno dopo con “Le notti di maggio” scritta per lei da Ivano Fossati.
Da lì si è capito quanto sia la critica musicale sia i cantautori si fossero già affezionati a Fiorella che ha continuato anche negli anni successivi a interpretare brani non solo di Ruggeri (“L’altra madre”, “Il tempo non torna più”) o Fossati (“O che sarà” ,traduzione di un brano di Chico Buarque ) ma anche di autori all’epoca nuovi come Samuele Bersani (“Crazy boy”).
Da segnalare anche “Onda tropicale”, un ambizioso progetto che nel 2006 l’ha vista collaborare coi nomi più importanti della musica brasiliana ma noi oggi andiamo nel 1992, anno d’uscita per l’album “I treni a vapore”.
Qui ritroviamo le sue firme storiche, a partire dall’intensa title track scritta da Ivano Fossati proseguendo con “Tutti Cercano Qualcosa”, gioiello donatole da Francesco De Gregori, “Sull’orlo” che la vede misurarsi con un insolito rock etnico firmato nienetemeno che da Eugenio Finardi.
La canzone che noi tutti ci ricordiamo da quasto album è però sicuramente “Il cielo d’irlanda”, pezzo folk di ispirazione irlandese scritto da Massimo Bubola, storico collaboratore di Fabrizio De Andrè.