Benson Boone “Beautiful things”

Un mese esatto per raggiungere la vetta della classifica dei brani più ascoltati nel mondo su Spotify, la canzone si intitola “Beautiful Things” e lui si chiama Benson Boone. Considerata l’era musicale che viviamo la sua è una storia che valica i confini dell’ordinario: 21 anni, ragazzo di indiscusso fascino, polistrumentista, svaria agilmente tra pianoforte, chitarra e batteria, idee chiare fin dai tempi del liceo, non un passato remoto, quando decide di concentrarsi sulla musica, pubblica le sue prime composizioni su TikTok, che è la nuova casa social del settore, e i suoi numeri cominciano ad impennarsi. Poi c’è il caso riguardante il talent, che ormai è diventata, anche negli Usa, una delle inevitabili opzioni per farsi notare nella giungla discografica. Lo show in questione è American Idol, visto che da quelle parti X Factor altro non è che un lontano ricordo, e il giovane Benson passerebbe anche le prime selezioni solo che all’improvviso decide di interrompere quel percorso, lo trova troppo plastificato per lui, troppo poco sincero per risultare efficace: è evidente che certa musica abbia bisogno di un’intimità che la tv fisiologicamente non potrà mai concedere. Il suo talento è cristallino, la sua musica, pur essendo un pop/rock melodico che nelle caratteristiche tecniche, strutturali, è del tutto ordinario, in qualche modo brilla; brilla come brilla la musica delle grandi stelle del cantautorato, quelle che prendono strade per arrivare a meta che gli altri nemmeno vedono.
Sicuramente ha un fiuto pop che potrebbe essere associabile a Ed Sheeran, ma ad accorgersi di lui è stato Dan Reynolds, voce e penna degli Imagine Dragons, che lo ha fatto firmare per la sua Night Street, etichetta satellite della Warner Records. Ed è così che la storia è cominciata, con i primi successi “Ghost Town” e “In The Stars”, un primo tour e poi eccola, quella canzone che, anche per combinazioni divine e fortuite, l’ha portato ad essere primo nel mondo su Spotify, “Beautiful things”.