Paolo Benvegnù, Brunori Sas “L’oceano”

Vi parlo di un cantautore che tanto tempo fa’ nella notte dei tempi (era il 2000) ebbi modo di conoscere e vedere da molto vicino all’Estragon di Bologna.
Allora Paolo Benvegnù era il frontman degli Scisma, band a mio avviso fantastica, scoperta e prodotta da Manuel Agnelli, che ha avuto purtroppo vita corta, si sciolsero infatti subito dopo il tour del loro secondo album “Armstrong”.
Da quel momento Paolo Benvegnù ha portato avanti la sua carriera diventato un cantautore importante pubblicando nove album, seguito da un pubblico fedele e selezionato.
Il 2024 vede il suo ritorno con l’album “È inutile parlare d’amore”, titolo che si pone un ostico quesito su come si possa credere oggi nell’irrazionale, nelle emozioni e quindi nell’amore.
“Come dar da mangiare ai cani e dai cani farsi sbranare”. Questa frase è contenuta in “Tecnica e simbolica”, brano d’apertura dell’album, che come gli altri si apre a riflessioni sull’uomo, dubbi sull’estetica e su come oggi si possa ancora rivestire un ruolo come il suo.
L’ironia di “Canzoni brutte” è uno sfogo di chi si trova oggi a predicare nel deserto, circondato da superficialità e arrivismo ovunque e ovviamente nell’ambiente musicale.
“Pescatori di perle” parla di chi ancora prova ad alzare l’asticella e non si accontenta di quel passa in convento, “27/12”, in una nuova versione insieme a Neri Marcore, è una canzone d’amore persino troppo tradizionale.
La forma musicale di Benvegnù è diventata meno complessa, con l’obiettivo di veicolare in modo più semplice le parole e i massaggi contenuti nelle canzoni, realizzate tutte con grande classe e dedizione.
L’accoppiata con Brunori Sas è vincente: “L’oceano” parla dell’umanità e dei suoi limiti, non possiamo che condividere il messaggio che lancia la canzone.