*OMAGGIO* Milva “Alexander Platz” – 1982 –

Non è facile comprendere in un solo omaggio quello che è stata Milva, artista dalla carriera multiforme che è cominciata prestissimo ed è continuata all’insegna di una mai paga curiosità, un grande carisma e tante scommesse vinte.
Per tutti Milva era “la pantera di Goro”, con riferimento alla sua cittadina natale in provincia di Ferrara, eppure era un’artista di respiro e di successo internazionale, che ha cominciato nelle balere per finire sui palchi più prestigiosi al mondo.
A 16 anni inizia a cantare come dilettante col nome di Sabrina e studia lirica a Bologna. Vince un concorso alla Rai, grazie a questo debutta a Sanremo nel 1960, su quel palco ci tornerà diverse volte, a misurarsi con la cultura popolare, quella che ha rappresentato con riproposizioni dei canti popolari e degli inni della Resistenza, quella che ha affrontato anche con la TV dove spesso ha partecipato ai varietà offrendo prove di grande spessore.
Poi c’è tutta la sua parte colta e ricercata, che parte dalla musica e sconfina nel teatro, che l’ha vista protagonista in luoghi come l’Olymphia di Parigi, la Scala di Milano, la Carnegie Hall di New York, portando autori come Brecht e lavorando con geni come Streheler pe poi spostarsi sui territori musical italiani con Gino Bramieri, Garinei e Giovannini, toccando persino la letteratura con Alda Merini e Umberto Eco.
La musica però era la sua prima casa, dove Mina e Ornella Vanoni le contendevano lo scettro di regina, e dove si è permessa di essere la musa di Astor Piazzola, Vangelis, di cantare brani di Paolo Conte, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, suo amico dai tempi de “La Rossa”, brano manifesto che le ha regalato, senza dimenticare miti come Nicola Arigliano e Claudio Villa che hanno condiviso con lei la trasmissione RAI “Cantatutto”. nel 1964.
Per celebrare Milva ora andiamo nel 1982, quando interpretò un brano nato come riadattamento di “Valery”, inciso originariamente da Alfredo Cohen e scritto insieme a Giusto Pio e Franco Battiato.
Fu il cantautore siciliano, suo collaboratore per tre album, a riscrivere il pezzo ispirandosi alla Alexanderplatz, importante piazza di Berlino Est, città ai tempi ancora divisa dal muro trasformando quindi la canzone in una riflessione sulla vita nella Berlino Est di quegli anni, un luogo dove Milva, anche grazie a queste canzone (ma non solo) ebbe un grande successo, caso più unico che raro per un’artista occidentale.