Arisa “Mi sento bene”

Risale sul nostro treno della musica una delle voci più belle ed originali del nostro paese, spesso non valutata quanto meriterebbe.
Mi sto riferendo ad Arisa, l’interprete di “Sincerità”, di “Controvento” e soprattutto l’interprete dotata di questa voce delicata che da oggi, pare, voglia misurarsi su un repertorio più leggero e nello stesso tempo classico.
«Ho voglia di cose belle. Voglio essere leggera. Vivere non è facilissimo».
Con queste parole Arisa ha presentato il suo album “Una nuova Rosalba in città”, una scaletta di brani che ci riportano al musical, al pop anni 80 o stile Abba, che sotto l’apparente patina superficiale ci raccontano invece storie senza fare sconti, perchè solo da noi in Italia musica pop e cosiddetta cantautorale sono due cose distinte e separate.

Ad esempio “Quando c’erano le lire” è un pezzo che prende in giro i nostalgici ad oltranza, “Minidonna” (scritta da Gianluca de Rubertis alias Il Genio, ricordate Pop Porno?) Arisa canta di sessualità fluida, ne “Gli amanti sono pazzi” (Diego Mancino-Dario Faini-Matteo Buzzanca) racconta il “pensiero stupendo” della ragazza che incontra l’ex accompagnato dalla nuova fidanzata, ma al posto di rinnamorarsi di lui prende una sbandata per lei.

Arisa ama particolarmente “Il futuro ha bisogno di amore” (Stefano Brandoni-Diego Mancino-Rosalba Pippa) perché ci sente le voci dei genitori e perché racconta che il mondo non è «un insieme di confini e passaggi obbligati, non esistono persone di serie B».
Il manifesto dell’album è naturalmente la sanremese “Mi sento bene” (Matteo Buzzanca-Lorenzo Vizzini-Alessandra Flora), che la cantante ha portato a Sanremo 2019, un musicarello disco-pop che inizia con una melodiosa riflessione sul senso della vita e sulla morte (la vecchia Arisa) e si trasforma improvvisamente in una canzone degli ABBA (la nuova Arisa). Ma anche dietro a questa esplosione di vitalità s’intravede un dramma e a leggerle senza l’accompagnamento musicale parole come «Se non ci penso più, mi sento bene» mettono i brividi. “Mi sento bene” usa il registro dell’euforia per parlare di depressione.