Andrea Laszlo De Simone “Il regno animale”

Tre anni fa’ vi proponevo un artista che già definivo anomalo, per il suo carattere schivo e il suo metodo di lavoro da autodidatta.
Andrea Lazlo De Simone oggi è protagonista di un vero trionfo italiano in un paese in cui la cultura, sia musicale che cinematografica, è rilevante e anche finanziata dallo stato.
La notizia non ha avuto molta eco da noi e allora, per chi non lo sapesse, ve lo riferisco: Andrea Laszlo De Simone è il primo italiano a vincere il César, prestigioso premio legato al cinema francese, in questo caso lo ha fatto in quanto autore della colonna sonora di “Le règne animal”, che da noi uscirà come “Il regno animale”.
Prima di lui l’unico italiano ad essere nominato ai César ma senza vincerlo è stato un certo Ennio Morricone.
Vi dicevo del suo carattere schivo, non a caso la frase che ha pronunciato in una delle sue poche interviste italiane è stata “Non voglio diventare un personaggio” e anche “Il prodotto è la musica, non può diventarlo anche la persona”, dopo avere rifiutato anche delle proposte televisive.
Il cantautore e musicista torinese, 38 anni, è diventato negli ultimi anni un nome di culto della musica, autodidatta, abituato a lavorare in solitaria, scrive musica che riesce a toccare corde profonde, di emozione e nostalgia (per una prova basta ascoltare l’EP “Immensità” e “Vivo”, il brano che già vi passavao tre anni fa’).
Se in Italia Andrea ha un piccolo pubblico selezionato, in Francia ha più volte ricevuto grandi dimostrazioni di affetto e rispetto
Quando due anni fa gli è stata sottoposta la sceneggiatura di “Le Règne Animal” (che in Italia esce il 20 giugno), Laszlo aveva deciso di fermarsi per dedicarsi alla famiglia, ma la sceneggiatura lo ha colpito.
Andrea gioca con la musica fin da quando era bambino, per poi imparare nel tempo a suonare diversi strumenti, ma sempre da autodidatta. Le sue ispirazioni arrivano più dal cinema, «soprattutto da alcuni film neorealisti», che dalla musica: Quel che ha assorbito, forse, è stato inconscio, mentre è quasi estraneo a ciò che in generale si ascolta oggi.
L’atmosfera vintage delle sue canzoni, ipotizza, nasce dai «mezzi di fortuna» con cui è partito: «Il difetto nella musica appartiene ad un altro periodo storico, oggi non so quante persone costruiscano dischi sugli errori. Io ho iniziato con strumenti di bassa qualità, senza tanta consapevolezza nella costruzione del suono. Ora ho mezzi un po’ migliori ma il gusto è rimasto lo stesso».