*CLASSICO* Brian Eno “Here he comes” – 1977 –

Vi parlo di Brian Eno, autentico guru della scena musicale degli ultimi tre decenni, un artista che ha aperto tante strade artistiche e ha contribuito a creare molte tendenze musicali.
Qualche esempio? Pioniere dell’ambient-music e del glam-rock, videoartista, filosofo della musica, scultore, cantante, polistrumentista, ideologo della cultura pop, padrino della “no wave”, della dance elettronica e della new age, produttore, talent-scout, da fine anni ’60 in poi Brian Eno non si è veramente fatto mancare niente.
Tutto è cominciato dal suo libro manifesto “Music For Non-musicians”, nel quale Eno teorizza la figura del “non-musicista”, incompetente dal punto di vista tecnico, ma ricco di genio creativo. L’opera d’arte, a suo giudizio, deve essere composta in tre fasi: concepimento del brano, esecuzione da parte di singoli strumentisti (questi sì competenti) e manipolazione finale dei nastri da parte dell’autore. A lui interessa soprattutto la terza fase.
Un approccio allora rivoluzionario ma che da tempo è diventato un po’ quello di tutti, messo già in pratica nella sua prima collaborazione, quella coi Roxy Music, ed eravamo già nei primi anni ’70, portato poi avanti sia nella sua avanguardistica e complessa carriera solista, sia nelle sue collaborazioni pop rock.
Per dirne alcune, Brian Eno ha forgiato il suono di David Bowie nel periodo berlinese di “Low” e “Heroes” e l’ha rilanciato a metà anni ’90 con l’album “Outside”.
Gli U2 sono uno dei suoi fiori all’occhiello, prima prodotti nel classici “The Unforgettable Fire” (1984) e “The Joshua Tree”(1987) e negli album “Achtung Baby” (1991) e “Zooropa” (1993) poi nel progetto “Passengers” (“Original Soundtracks I” del 1995) e per le colonne sonore di “Until The End Of The World” di Wim Wenders e del serial TV “X-Files”, e in (1995),
E ancora: Peter Gabriel, Robert Fripp, gli Ultravox, i Devo e la popstar Dido.
Noi oggi però ci fermiamo nel 1977, dalla sua torrenziale (e sperimentale) carriera solista sottolineiamo il suo fondamentale album “Before and after science”, basta ascoltarlo per capire quanta influenza abbia avuto sulla musica di altri artisti (un esempio su tutti i Talkin Heads).
Il disco contiene capolavori come la rarefatta “By this river” (usata anche da Nanni Moretti ne “La stanza del figlio”) e il gioiello pop “Here he comes”.