Big Mama “La rabbia non ti basta”

Si chiama “Sangue” l’album d’esordio di Big Mama, artista che si è fatta notare al Festival di Sanremo e che io, in tempi non sospetti ed esattamente nell’estate 2022, avevo intervistato per “lanciare” una sua esibizione avvenuta a Bologna all’Oltre Festival, in apertura a Myss Keta che non a caso è anche presente nel disco in un momento danzereccio, la vivace “Touchdown” che cita “Up & Down” di Billy More e si candida ad essere un nuovo inno queer.
All’epoca, pur non sottraendosi a raccontare la sua storia personale che ha attraversato diversi momenti difficili, ci teneva a precisare di non volere essere solo la cantante che trattava di bullismo, molestie, tumore e diverse forme di sessismo che ha subito, ma di voler tramutare tutto in energia e consapevolezza.
La sua missione rimane questa, anche se ovviamente quando si passa per un calderone come quello sanremese che amplifica tutto a dismisura si rischia di cavalcare inconsapevolmente qualcosa di virale e sensazionalistico.
Infatti spesso è il lamento, il racconto ad essere arrivato nei media, non sempre nella maniera giusta, ma qui si parla di musica e quindi vado a raccontarvi cosa mi ha comunicato l’ascolto di “Sangue”.
Si comincia con “Fortissima freestyle” citando Missy Elliott e Marracash. Il resto del disco è un’oscillare tra la ricerca della hit facile e il racconto autobiografico di una vita che ha riservato a Marianna diversi ostacoli e difficoltà, dove la musica è stato per lei uno strumento di riscatto.
Rimane nelle orecchie un brano come “Occhi grandi” mentre è ovviamente “Sangue” il manifesto del disco a livello testuale.
“Ragazzina” ricorda lo stile di Madame, mentre in altri episodi come “Malocchio” si spinge sulla dance.
L’irriverenza dei suoi esordi trova spazio in “Mama non mama” feat. La Niña e nella conclusiva “Mamasutra”. Auguriamo a Marianna che questo “Sangue” sia solo il primo passo di un lungo percorso di maturazione.
L’uscita sanremese è infatti da un lato una grande opportunità di lancio, dall’altro c’è sempre il rischio di enfatizzare e banalizzare determinati messaggi che poi devono essere supportati da una proposta artistica di livello, in tutta questa fretta di sfornare carne giovane è spesso l’unica cosa alla quale non si pensa.
La musica deve essere arrivare prima di tutto, in questo caso “La rabbia non ti basta” lancia un messaggio bello e positivo.