Guè “Veleno”

Continua la costante e prolifica produzione di Gue Pequeno che, per l’occasione abbrevia il proprio nome in Guè e intitola il suo settimo album solista “Gvesvs”, ironizzando anche sul fatto di essere nato il 25 dicembre.
Si può dire quindi che la sua musica continui a fare discepoli, anche se spesso la quantità e le frequentissime uscite e collaborazioni non sempre aiutano la qualità. Pur rimanendo sempre intatto il suo mestiere, le tematiche rimangono però più o meno le stesse e, tolta l’interessante lavoro sui suoni, rimane la sensazione che Gue spesso si diverta ad uscire per il semplice gusto di esserci, spesso senza grosse pretese.
Se i mixtape (i dischi non ufficiali) come i 4 “Fastlife” usciti fino ad ora servono più o meno a questo, come simpatici esercizi di stile, da un album ufficiale è ovvio che ci si aspetterebbe qualcosa di più non mancano però episodi di rilievo.
“Nessuno” insieme a Coez si distingue per il suo essere riflessivo e per la frase “nessuno chiama e non so chi chiamare” presa da “Aspettando il sole” di Neffa, “Futura ex” insieme ad Ernia ha il sapore dei pezzi anni ’90
Non manca la prezzemolina ma sempre “di classe” Elisa che nella amara “Senza sogni” regala un’ottima interpretazione, in “Lunedì blu” con Salmo spunta un po’ di critica sociale, si riflette anche in “Fredda, triste, pericolosa” con Franco 126.
Esaltazione dell’io e malinconie legate al successo, ai soldi, alle macchine, alle donne, esercizi di stile vari completano l’opera rappresentata radiofonicamente da un brano al quale la classe non manca.
“Veleno” è infatti un brano che fa pensare a come potrebbe essere la musica di Gue se un giorno provasse a fare un album pop di classe, magari un giorno lo farà, intanto godiamoci questo assaggio.