Daniele Silvestri (Feat.Rancore & Manuel Agnelli) “Argentovivo”

Con noi un artista che, nonostante la sua venticinquennale carriera, non si ferma al già scritto, al già visto e, senza prendersi troppo sul serio, continua a sperimentare e a porsi domande, a spostare l’attenzione anzichè celebrare i propri clichè.
Daniele Silvestri a Sanremo ha fatto manbassa di premi della critica, da quello intitolato a Mia Martini al Sergio Bardotti per il miglior testo. La sua canzone “Argentovivo” è nata da varie esigenze: Daniele è genitore di tre figli, di cui due adolescenti, Nel suo ruolo di padre si è trovato in difficoltà e con la sensazione di rapportarsi con una generazione che vive in un mondo molto diverso da quello dove siamo cresciuti noi 40enni. In quest’epoca il distacco generazionale è più netto ma più labile da individuare, e spesso sfocia in sentimenti di negazione, autodistruzione, rassegnazione.
“Argentovivo” è un piccolo film scuro che si interroga e stimola un confronto generazionale rispolverando ciiò che era il rap anche italiano degli anni ’90, un episodio di un album che promette di essere molto ricco e vario, un po’ come ci ha sempre abituato Silvestri
Prima della bagarre sanremese, il buon Daniele ha tirato fuori “Complimenti ignoranti” e “Tempi modesti”, canzoni che prendono di mira con molta autoironia il mondo e le relazioni nell’era dei social network.
“Internet – spiega Silvestri stesso- è coinciso con un’esplosione di libertà, eppure ci riporta a cose di cui i nostri avi hanno discusso prima di noi. Cos’è la libertà? Qual è il confine tra la libertà personale e quella altrui? In che modo la libertà è qualcosa da guadagnarsi e difendere con la qualità del proprio comportamento, piuttosto che la facoltà di fare qualsiasi cosa”.
Che il web e internet sono un terreno molto importante, forte. Senza che si sia formata una cultura che ci dà gli strumenti. In fondo anche la canzone di Sanremo, in un modo più profondo e drammatico, c’entra con questo.