Chiello / Shablo “Quanto ti vorrei”

Ogni tanto noi “vecchi” ascoltatori di musica dobbiamo analizzare i fenomeni attuali, soprattutto quando sembrano segnare dei cambiamenti significativi nelle tendenze di ascolto, in questo caso dei giovanissimi.
Chiello è un ragazzo di 22 anni che fino a poco tempo fa’ era legato ad una realtà chiamata FSK Satellite. Insieme questi ragazzi di origine molisana proponevano una trap piuttosto grezza, aggressiva e vogliamo “ignorante” nel senso dell’appoccio istintivo e provocatorio.
Oggi Chiello lo ritrioviamo protagonista di un inaspettato “compromesso storico” se cosi vogliamo chiamarlo, tra due mondi che prima non si erano mai incontrati, quello appunto della trap e quello dell’indie pop italiano in salsa romana, vedi Franco126 e soprattutto Calcutta, ma non solo.
Si chiama “Oceano Paradiso” il disco d’esordio di Chiello, e possiamo dire (in senso buono oppure no, ditemelo voi) cne hanno creato un mostro, oppure è cominciato una nuova strada musicale.
Se la trap sta esaurendo la propria energia e il cosiddetto itpop si trova in una strada senza uscita fatta di racconti sempre più fini a se stessi, allora ecco un disco che esce per la Bomba Dischi (l’etichetta che ha lanciato, tra gli altri, Calcutta e Franco126), che vede tra gli autori il raffinato e mai banale cantautore Colombre ma che nello stesso tempo, ha come protagonista un ex trapper che si porta dietro rappresentanti di quel mondo come Shablo, Taxi B e Greg Willelm.
In questi giorni in tanti hanno capito che questa potrebbe essere una svolta per la musica italiana e allora sono già saliti sul carro del vincitore, incensando anche eccessivamente un disco che è sicuramente singolare ma che lascia aperti ancora tanti interrogativi.
Chiello è quindi un po’ Calcutta un po’ Blanco, un po’ Achille Lauro e un po’ Franco126, le sue storie, il suo disagio, il suo modo di cantare che tanto infastidisce noi vecchi ma che è a tutti gli effetti un grido liberatorio per i suoi coetanei.
Chiello, che sia chiaro, non merita stroncature superficiali e questo disco contiene spunti interessanti ma molto figli dei due mondi di cui sopra, in definitiva non si grida al miracolo ma si rimane alla finestra con tanta curiosità e ottimismo, in questo caso.